Nel cuore della Sicilia tra maestose colline e profumati agrumeti si trova Bronte, un borgo ricco di storia e tradizioni le cui origini si perdono nel tempo e sembrano risalire alla preistoria. Si sa per certo che questo territorio ha visto susseguirsi diverse civiltà, da quella greca a quella araba, ma è verso il Quattrocento che a Bronte nasce un primo vero e proprio centro urbano. La città, però, ha avuto risonanza internazionale a partire dal 1799 quando Ferdinando I delle Due Sicilie ha dichiarato l’ammiraglio britannico Horatio Nelson duca di Bronte e gli ha fatto una grande donazione di terreni e edifici, tra i quali spiccavano il Castello e la chiesa di Santa Maria nei pressi di Maniace.
Inoltre, sembra che anche il cognome delle sorelle Brontë sia un rimando al comune siciliano dato che il padre, Patrick Prunty, avrebbe deciso di cambiare il proprio cognome in Brontë in onore proprio di Horatio Nelson di cui era un grande ammiratore. Il segno di questo glorioso passato è testimoniato dai resti del Castello di Nelson costruito nel XVIII secolo sul luogo in cui era già presente un complesso benedettino.
Oggi, Bronte è una cittadina che incanta i suoi visitatori con la sua storia affascinante, i paesaggi mozzafiato e la ricchezza dei suoi sapori. Situata alle pendici occidentali dell’Etna, Bronte rientra nel territorio del Parco dei Nebrodi ed è conosciuta a livello internazionale per il suo pistacchio che ha ottenuto il marchio DOP. Considerata una tra le varietà di pistacchio più pregiate al mondo con questa vengono ora preparati anche altri prodotti come il pesto di pistacchi, diversi dolci e il gelato.
La dominazione araba che è avvenuta per circa due secoli in Sicilia partendo dall’827 e terminando con la caduta di Noto nel 1091 ha particolarmente influenzato la conformazione di questo territorio e il suo patrimonio artistico. Il cuore più antico di Bronte è un dedalo di tortuose vie, scalinate e passaggi intrisi di cultura arabeggiante e di testimonianze di un passato davvero unico. Camminando tra le sue stradine con case addossate le une sulle altre si possono ancora ammirare edifici signorili, numerose chiese e piccole botteghe che vendono prodotti locali.
Nel cuore del centro storico, in Piazza Spedalieri, si trova il Real Collegio Capizzi, un edificio costruito tra il 1774 e il 1779 per volontà di Don Eustachio Ignazio Capizzi. Don Capizzzi era un sacerdote che si è molto impegnato per la costruzione di un complesso che ospitasse classi scolastiche e una biblioteca aperta soprattutto ai giovani ragazzi. Il paese, infatti, all’epoca era privo di scuole e l’analfabetismo era dilagante dato che agli studi potevano accedere solo la nobiltà e il clero.
Il collegio è stato per molti anni uno dei principali centri culturali di tutta l’isola e ha dato la possibilità di studio a moltissimi giovani. Oltre alle classi erano presenti anche un teatro (poi andato distrutto), una chiesa e la biblioteca che tutt’ora raccoglie molti scritti e opere letterarie del Settecento e dell’Ottocento.
La Chiesa Madre di San Bartolomeo, nota anche come Chiesa Madre della Santissima Trinità, è stata costruita a Bronte nel XVI secolo dall’unione di altri due edifici religiosi. È testimoniato, infatti, che questa sia nata dalla combinazione della Chiesa di Santa Maria e della Chiesa della Trinità che risalivano al periodo normanno.
La combinazione di questi due edifici ha dato origine alla chiesa più maestosa di Bronte che vanta un’imponente facciata barocca; al suo interno sono presenti opere di grande pregio alcune delle quali sono state realizzate grazie a mecenati o abbienti cittadini.
Il Castello di Nelson, costruito nel XVIII secolo e dedicato all’ammiraglio inglese Horatio Nelson, domina l’orizzonte di Bronte ed è un sito che racconta molto sulla storia della città. In principio, infatti, qui era stata costruita nel XII l’Abbazia di Santa Maria di Maniace proprio nella zona al confine tra le cittadine di Bronte e Maniace. A volerla era stata la regina Margherita di Navarra, sposa di Guglielmo I di Sicilia, che l’aveva dedicata al comandante bizantino Giorgio Maniace; questo, infatti, aveva sconfitto nella zona un esercito arabo di oltre 50mila soldati.
Nel 1799 questo territorio è stato donato dal re Ferdinando I delle Due Sicilie all’ammiraglio inglese Horatio Nelson per il supporto dato tramite la marina britannica nella repressione delle rivolte partenopee. L’abbazia ha così subito profonde trasformazioni ed è stata convertita in una residenza nominata Ducea di Nelson o Castello di Nelson. Nonostante del complesso ora rimangono solo alcuni parti si possono ancora ammirare le torri, la cinta muraria e il giardino della famiglia ducale. All’interno della struttura, inoltre, si possono visitare gli appartamenti residenziali, la splendida chiesa di Santa Maria di Maniace, la foresteria e il granaio.
Bronte è sempre stata una cittadina famosa per le numerose chiese che testimoniano la religiosità di questo territorio dato che anche durante il dominio arabo il culto cristiano si è radicato sempre di più e il clero è diventato più numeroso. Varie testimonianze raccontano che nel 1174 qui c’erano trentadue chiese sulle quali aveva giurisdizione l’Abbazia di Santa Maria di Maniace, fatta costruire da Margherita di Navarra.
A causa delle numerose scosse di terremoto e dell’incuria molte chiese sono andate distrutte, sono inagibili o sono state ridotte a pochi ruderi. Tra quelle rimaste meritano uno sguardo la Chiesa del Sacro Cuore e il Santuario dell’Annunziata che risalgono al XVI secolo e la chiesa di Sant’Antonio di Padova del XVII secolo.
Per far conoscere e valorizzare il pistacchio, considerato un pregiato elemento del territorio, in città è nato il Museo del Pistacchio verde di Bronte, un prodotto che ha ottenuto il marchio D.O.P. ed è diventato famoso anche oltre i confini nazionali. All’interno del sito museale si trova un percorso che offre un’esperienza interattiva sulla storia, la coltivazione e la lavorazione di questo pregiato frutto. La produzione del pistacchio, infatti, rappresenta per Bronte, un’importante fonte economica, tanto che questo viene anche soprannominato “l’Oro Verde.”
Con il pistacchio verde di Bronte nel corso degli anni sono stati realizzati anche moltissimi altri prodotti, come il pesto, il torrone, la crema spalmabile di pistacchi, i panettoni e le colombe pasquali. Nel mese di settembre di ogni anno, inoltre, viene organizzata “la Sagra del Pistacchio“, un evento volto a celebrare il re indiscusso del territorio tramite degustazioni e spettacoli.
Per vivere appieno l’atmosfera della città di Bronte è consigliato scegliere una struttura che si trova immersa nel centro storico cittadino. Qui sono presenti diversi hotel ma anche B&B che offrono non solo ospitalità e accoglienza ma anche un facile accesso alle principali attrazioni.
Per un’esperienza più tranquilla si possono trovare diversi agriturismi immersi nelle campagne dove è possibile vivere un soggiorno confortevole circondati da coltivazioni di olive e agrumi.
Il modo migliore per raggiungere Bronte è senza dubbio l’automobile dato che la città non dispone di una stazione ferroviaria. Da Catania è possibile percorrere prima la E245 e poi la SS284 per raggiungere Bronte in meno di novanta minuti. Da Palermo è necessario viaggiare lungo la A19 sino all’uscita Castelnuovo e poi da lì prendere la SS284 in direzione Bronte.
L’aeroporto più vicino è lo scalo Fontanarossa di Catania che dista all’incirca 56 km. Chi vuole viaggiare in autobus può servirsi delle linee della compagnia Interbus S.p.A. che collegano Bronte al centro di Catania, all’aeroporto e ad altre località vicine.
Che tempo fa a Bronte? Di seguito le temperature e le previsioni meteo a Bronte nei prossimi giorni.